Il nostro sforzo più grande deve essere proprio quello di preservare ciò che amiamo. La nostra passione per il freeride, per lo scialpinismo, per le avventure al centro della natura, è fortemente legata alla conservazione del nostro ambiente alpino. Dobbiamo ragionare sul modo in cui usufruiamo della natura con la stessa consapevolezza con la quale affrontiamo la quotidianità.

Tutti noi lasciamo delle tracce nella natura, ma possiamo comunque ridurne l’entità e plasmarne l’aspetto. Mantenere il più ridotta possibile la nostra impronta dovrebbe essere l’obiettivo di ogni scialpinista. Come? Non lasciando rifiuti in montagna, rispettando le aree protette, evitando le zone di alimentazione destinate agli animali e le aree boschive più giovani.

Il movimento Ski Local consiste nel rinunciare a lunghi viaggi, concentrandosi su ciò che ha da offrire l’ambiente circostante. E nell’agire in modo consapevole: ci sono molte aree prese completamente d’assalto dalle masse di turisti. La soluzione è seguire il percorso inverso, è scegliere destinazioni alternative e, a volte, rinunciare ad una determinata meta, ad una particolare uscita di scialpinismo.

Lo scialpinismo è un’esperienza comunitaria. Praticare sport di montagna assieme agli amici è più ecosostenibile perché si riducono i tragitti individuali, è più sicuro in caso di emergenza e rende l’esperienza più varia ed entusiasmante. Ma per coloro che aderiscono all’approccio Ski Local, far parte di una comunità significa anche sostenere la popolazione locale con una sosta al rifugio appena raggiunta la meta o in una trattoria a valle una volta terminata l’uscita.